“Comunità, giustizia sociale, passione”: nella città della Pace il Primo Congresso di Auser Rete Nazionale

Ad Assisi l’11 e 12 giugno: due giorni di confronto, impegno e futuro per una rete solidale al servizio degli anziani e della comunità
Assisi, 11 giugno 2025
Si è aperto ad Assisi mercoledì 11 giugno il primo Congresso di Auser Rete Nazionale dal titolo “Comunità, giustizia sociale, passione”. Una scelta non casuale di celebrare il Congresso nella città della pace, della fratellanza e dell’amore tra i popoli. L’appuntamento di Assisi di Auser associazione per l’invecchiamento attivo costituita 36 anni fa dalla Cgil e dallo Spi Cgil per dare ruolo e valore agli anziani del nostro paese, giunge dopo un lungo percorso congressuale intenso e molto partecipato che ha interessato tutte le strutture, segnato da una discussione sulle tante problematiche che bisogna affrontare per essere una realtà radicata nei territori e rispondere sempre più ai bisogni delle persone.
Auser conta oggi oltre 260.000 soci, più di 30 mila volontari e 1685 sedi tra strutture ed affiliate, è un’unica grande rete nazionale di associazioni Auser di Volontariato e di Promozione sociale. Una grande rete di solidarietà e partecipazione, in crescita e in trasformazione, tra le maggiori presenti nel terzo settore, che partendo dalla difesa dei propri valori e ideali vuole agire per costruire una nuova coscienza civile per non lasciare indietro nessuno.
La rete Auser una infrastruttura sociale che agisce per il bene collettivo
«Vogliamo essere un attore sociale che con le sue azioni solidali pratica la sussidiarietà partendo sempre dai bisogni delle persone e delle comunità – ha evidenziato il presidente nazionale Domenico Pantaleo nella relazione introduttiva – Intendiamo aprire spazi di vita umana per gli ultimi ridando loro voce e inclusione in una società in cui prendersi cura delle persone viene ritenuto un fatto di debolezza. La rete – ha proseguito – si caratterizza non come uno strumento semplicemente organizzativo ma come una infrastruttura sociale e politica in grado di pensare e agire per il bene collettivo. Siamo convinti che senza una rinnovata visione sociale saremmo destinati alla irrilevanza perché la solidarietà ha sempre bisogno di una azione costante per garantire a ogni persona diritti sociali, civili e umani senza dei quali perde di senso. Non bastano le tante buone pratiche sui territori, il fare deve contribuire a rimuovere le cause che determinano sofferenze, emarginazioni e iniquità».
L’invecchiamento della popolazione ci spinge a ripensare il futuro
Tanti i temi introdotti dal presidente Pantaleo all’avvio dei lavori congressuali, primo fra tutti il progressivo invecchiamento della popolazione e i processi demografici che stanno mutando lo scenario sociale mettendo in discussione le certezze del passato.
«Nei prossimi 10 anni la percentuale dei 65enni aumenterà di circa il 18% con poche differenze tra grandi centri e aree interne fino a raggiungere un terzo della popolazione. Nella stessa decade la quota di under 15 dovrebbe ridursi del 18,5% nel mezzogiorno e del 13,5% nel nord. Aggiungiamo che 8,8 milioni di persone, in maggioranza anziani e principalmente donne, vivono da soli. Il progressivo invecchiamento della popolazione e nel contempo meno nascite, dovrebbe spingere verso un profondo ripensamento sul futuro del nostro Paese altrimenti rischiamo un inesorabile declino».
Auser ha affrontato questo tema nella ricerca “Vivere la longevità” di Claudio Falasca presentata recentemente a Roma al Cnel. La ricerca ha messo in evidenza come la crescente longevità è una opportunità per la rigenerazione del nostro sistema di welfare a condizione che la società maturi un sostanziale cambio di paradigma nei riguardi dell’invecchiamento.
«Non bisogna considerare più la vecchiaia come atto finale della propria esistenza ma una stagione della vita in cui bisogna sostenere e promuovere voglia di fare, passioni, cultura, interessi amori e felicità. Le persone anziane possono avere una funzione straordinaria per trasmettere memoria storica per ricostruire relazioni e affermare una diversa concezione della vita meno influenzata dal consumismo esasperato. Per superare gli squilibri demografici sono indispensabili politiche di sostegno alla natalità che però non possono limitarsi ai bonus ma dovrebbero garantire stabilità di lavoro, salari dignitosi, abitazioni a costi sostenibili e servizi adeguati per giovani e donne. I maggiori squilibri demografici si concentreranno nelle aree più fragili sul piano economico e del welfare quali sono il sud e le aree interne finendo per favorire la desertificazione di quei territori con la ulteriore riduzione delle fasce giovanili».
«Le aspettative delle nuove generazioni e i modi diversi di concepire la vita e il rapporto con il lavoro, rispetto a noi adulti, deve spingere la nostra rete a sviluppare ulteriormente pratiche intergenerazionali aprendo sempre più i nostri circoli alla loro creatività e sensibilità rispetto a tematiche che possono realmente cambiare questo mondo e noi stessi. Valorizzare le loro competenze nel volontariato e nelle attività della nostra rete, a partire dal servizio civile, significa dargli la possibilità di rendere fruibili i loro diritti nel lavoro e nello studio».
L’invecchiamento attivo
«La nostra missione rimane quella di migliorare la qualità della vita in età avanzata mettendo in campo politiche di invecchiamento attivo formali e informali e il volontariato rappresenta una opportunità formidabile perché consente di ritenersi ancora utili, a se e agli altri, riscoprendo amicizie e nuova voglia di vivere. Le tante attività per una migliore vecchiaia non solo riducono i costi sanitari ma generano anche benefici alle comunità. In assenza di scelte politiche coerenti, con una visione sistemica della transizione demografica, non si governerà un processo di tale complessità destinato a diventare strutturale nel medio e forse lungo periodo. La legge 33 sugli anziani che rappresenta sicuramente una conquista importante e innovativa per affrontare la non autosufficienza e favorire l’invecchiamento attivo, ha bisogno di strumenti nuovi e di maggiori risorse sostenendo la deistituzionalizzazione in favore di relazioni familiari, investendo su alloggi adeguati, assicurando servizi domiciliari che consentano di invecchiare a casa propria. Era una delle missioni del Pnrr che registra ritardi, inadempienze e una progettualità del tutto carente sulle strutture ospedaliere, sulla medicina e sulla assistenza territoriale e sulla rigenerazione urbana».
«Le azioni per politiche di invecchiamento attivo sono rimaste sulla carta per l’assenza della visione di prevenzione che coinvolga tutte le generazioni, finendo per essere indirizzate essenzialmente alle cure sanitarie delle persone anziane. E’ importante che molte Regioni abbiano approvato leggi ma occorre un piano nazionale per l’invecchiamento attivo di cui non c’è traccia. La scelta non può essere tra badantato, aumentato del 10%, o case di riposo ma ognuno deve avere il diritto di scegliere dove invecchiare e come invecchiare con i servizi territoriali che devono interagire con la funzione dei caregiver familiari e del terzo settore. Nel contempo si smantella la sanità pubblica cancellando il diritto alla salute con liste d’attesa sempre più lunghe, con difficoltà ad ottenere posti letto per i ricoveri, con pronti soccorsi che scoppiano, con interventi prorogati di mesi e con carenze di assistenza a partire dai medici di base».
Il nostro impegno per far crescere la cultura del volontariato
La rete Auser ogni giorno in ogni angolo d’Italia, grazie alle sue volontarie e volontari si prende cura degli altri, delle persone più fragili, indifese e sole.
«L’Auser è una grande comunità, un corpo sociale vivo e sano che pensa, organizza e agisce al di fuori di ogni interesse personale e i volontari non sono semplici esecutori delle attività ma veri protagonisti. Il volontariato, in continua trasformazione, non è più soltanto erogatore di servizi ma si afferma come agente di trasformazione sociale e democratica attraverso l’azione collettiva e modelli organizzativi sempre più avanzati.
Siamo impegnati per far crescere la cultura del volontariato. La funzione del volontariato è essere un capitale sociale per mettere in moto il dinamismo della coesione attraverso la solidarietà come antidoto alla solitudine e all’individualismo.
Ha infine concluso il presidente Pantaleo: “Sono convinto che la rete Auser ha la forza necessaria per allargare costantemente i suoi orizzonti di crescita ridando senso e forza alla parola speranza come bisogno di cambiamento. La rete Auser vuole sempre tentare di dare risposte a chi bussa alle nostre porte perché stare con gli ultimi e i più fragili con le mani, con le menti e con il cuore significa lasciarsi coinvolgere nelle loro vite».
I lavori proseguono domani giovedì 12 giugno presso il centro congressi Il Cenacolo, con l’intervento di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil
Tutte le info, i documenti e il programma dei lavori sono disponibili sul sito www.auser.it